venerdì 23 maggio 2008

Paolo Giuntella: amico e collaboratore delle Paoline


Figura unica di intellettuale, di giornalista, di educatore, di testimone degli ideali e dei valori del cattolicesimo democratico. Uomo di grande impegno sociale e per la libertà di informazione della categoria dei giornalisti. Autore di diverse pubblicazioni presso l'editrice Paoline. In uno dei suoi libri scriveva: "Già, il mistero della morte e della risurrezione. Ogni giorno davanti ai miei occhi, come le nostre speranze...".
Lo ricordiamo con affetto e gratitudine.

venerdì 16 maggio 2008

E’ possibile crescere umanamente grazie al lavoro?


Difficoltà di trovare lavoro, incertezza circa il lavoro che si possiede; mobbing, sfruttamento, fatica, insoddisfazione.
Vita e lavoro sono oggi sempre più contrapposti. Spesso, il lavoro divora tutto il tempo di cui disponiamo, lasciandone sempre meno per la vita privata. E anche il tempo che viviamo a casa è sempre più condizionato dalle preoccupazioni professionali. Il lavoro consuma la nostra salute e toglie qualità alla nostra esistenza. Come “staccare la spina” quando si termina di lavorare? Come “sopravvivere” alle costanti preoccupazioni che la propria professione ci può… regalare? Come reagire alla pressione, come relativizzare, come umanizzare al massimo l’ambiente di lavoro e ricavarne un’esperienza positiva per la propria vita?

lunedì 24 settembre 2007

Sacerdoti testimoni autentici del Vangelo


Dedicano il tempo, l’intelligenza, le energie alla missione. Celebrano i sacramenti della fede, pregano, insegnano, consigliano, esortano, formano le coscienze, aiutano a crescere interiormente; promuovono la solidarietà sociale e il servizio ecclesiale nella carità. Vivono tra la gente condividendone le gioie e i timori, le speranze e le delusioni. Lo fanno con semplicità e naturalezza. Tutti i giorni: nella ferialità e nella festa. Il più delle volte senza battimani o ringraziamenti, ma con convinzione e amore. Sono quei sacerdoti testimoni autentici del Vangelo.
Sicuramente ne conosci anche tu.

mercoledì 18 luglio 2007

Il bene cos'è? Come lo si riconosce?

Chissà perché, ogni qualvolta si parla di bene, si pensa inevitabilmente al suo contrario? Forse perchè il problema del male, insieme a quello del dolore, ha sempre angosciato l'essere umano; o forse perché il nostro particolare Dna è propenso ad avere una visione più pessimistica che ottimistica della realtà, o forse perché, come ci ricorda l'antica favola, le cose negative, specialmente quelle altrui, sono sempre più in vista delle cose positive.
Il bene non fa rumore e stupisce molto meno del male, probabilmente per quel suo aspetto di normalità. La bontà, nella mentalità corrente, è scambiata per ingenuità o minchioneria. Come giudichi il mondo in cui vivi? Oltre ai segni del male, riesci a cogliere i segni del bene?

Quale futuro per la famiglia

“Per difendere la famiglia non c’è bisogno di argomenti teologici o religiosi; bastano comuni argomenti umani, perché ciò che la famiglia tutela è innanzi tutto il bene umano” (pag. 81).
Pensando alla mia vita, non potrei immaginarla senza mio padre e mia madre.
Con il loro apporto, diverso e complementare, al mio crescere umano e spirituale. Ritengo che per una maturazione armonica, sia indispensabile che ogni bambino possieda una doppia figura genitoriale, maschile e femminile. Non credo sia rispettosa dei diritti del bambino l’introduzione di figli nella coppia omossessuale con l’adozione.

Come costruire un mondo nuovo?

“Noi viviamo una vita folle, contraria ai più semplici ed elementari dettami del buon senso; per salvarci dall’orrore nel quale viviamo (…) dobbiamo rientrare in noi stessi e risvegliare in noi quel senso e impegno morale che è proprio degli esseri ragionevoli”.
Queste parole che Tolstoj ha scritto un secolo fa, ci ricordano la necessità di ritornare tutti a sentirsi responsabili di tutto. Ci troviamo di fronte a un sistema insostenibile, che porta alla morte.
E’ fondamentale tornare a parlare di etica. I beni di questo mondo devono essere il più equamente possibile divisi fra tutti i membri della comunità. E’ importante recuperare la logica cristiana che è l’economia di uguaglianza dello spezzare il pane, del condividere quello che si ha.

Ricostruire un umanesimo di pace e di amore.
E' possibile?

Gli occhi dell'altro, di Aldo Maria Valli
"La religione non è, e non deve diventare, un pretesto per i conflitti" ha detto più volte Giovanni Paolo II. Questo papa, fino alla fine della sua vita, ha investito tutte le forze fisiche, morali, intellettuali e spirituali per dire no alla guerra.
La sua è stata un'azione senza precedenti contro l'uso della forza come strumento per risolvere le controversie internazionali e a favore del dialogo come strumento privilegiato per scongiurare lo scontro fra le civiltà.
Che cosa resta di questo insegnamento? E' oggi possibile ricostruire un umanesimo di pace e di amore?