venerdì 23 maggio 2008

Paolo Giuntella: amico e collaboratore delle Paoline


Figura unica di intellettuale, di giornalista, di educatore, di testimone degli ideali e dei valori del cattolicesimo democratico. Uomo di grande impegno sociale e per la libertà di informazione della categoria dei giornalisti. Autore di diverse pubblicazioni presso l'editrice Paoline. In uno dei suoi libri scriveva: "Già, il mistero della morte e della risurrezione. Ogni giorno davanti ai miei occhi, come le nostre speranze...".
Lo ricordiamo con affetto e gratitudine.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Potrei ricordarlo in tanti modi, con tante parole.
Ricordare la sua professionalità, il suo garbo, la sua passione civile.
Ricordare la sua coerenza morale, l’orgoglio con cui si definiva “laico cristiano”, la sua attenzione per gli ultimi, il suo amore per la gente di strada.
Ricordare la passione con cui tesseva e coltivava le amicizie.
Ricordare la sua tenerezza di marito e di padre.
Preferisco lasciare a lui la parola. Sono stralci dal suo ultimo libro, scritto per le nostre edizioni, che è un po’ il suo testamento spirituale: L’aratro, l’ipod e le stelle.
La morte ha davvero l’ultima parola? Noi crediamo di no: la morte non ha l’ultima parola… La morte è il compimento della vita, il passo arduo di montagna, della nostra speranza...
Tornare nomadi per cercare e contemplare la Verità, per lasciare le nostre case, i nostri templi di pietra, la nostra pesante condizione di «sani», di «buoni», per recuperare tenda e sacco a pelo, carte, bussola, borraccia, ipod, e camminare cantando e ballando verso la felicità.
Paolo era un uomo buono. Lui, la felicità, l’ha già raggiunta. Ti chiedo una preghiera per la sua famiglia: per la moglie Laura e i figli Tommaso, Irene e Giovanni-Osea.

Anonimo ha detto...

Paolo Giuntella credeva nella comunicazione come fatto umano e come luogo di testimonianza del Vangelo. Credeva che, proprio per testimoniare la fede nell'ambito della comunicazione, fosse necessario coltivare una sana laicità: strada difficile, ma Giuntella l'ha percorsa con semplicità e con lucidità. Per il credente che opera nell'ambito della comunicazione, la sua è stata una testimonianza preziosa.

Anonimo ha detto...

Dopo avere stretto amicizia da ragazzino in Azione Cattolica, i miei rapporti con lui divennero professionali: lo trovai nella redazione romana di Avvenire, nei primi anni ‘80, in occasione del primo grande pellegrinaggio a San Pietro della diocesi di Ancona, ai tempi del Sinodo. Si usavano le macchine da scrivere, non c’erano i computer: tirai fuori il mio foglio dal rullo e glielo feci leggere: “Un po’ retorico, mi disse sorridendo, ma va bene..”. A me però non andava bene, ci lavorammo insieme prima di mandarlo in stampa. Le nostre strade si ritrovarono a Fiesole, lui era tra i fondatori di questo movimento di giornalisti nato per contribuire a cambiare la professione, che proprio in queste settimane ha celebrato 20 anni di vita. Tornò nelle Marche per rilanciare l’Ucsi, a Loreto, con l’allora Vescovo Tettamanzi: un incontro voluto da un altre grande amico comune, Sabatino D’Angelo. E ci fu vicino, Paolo, con il suo ricordo personale, in occasione della scomparsa, nel 1994, dell’indimenticato Sabatino D’Angelo. E’ stato un fratello maggiore, un affetto, una preparazione, un’ironia che solo chi lo conosceva poteva cogliere appieno: un’idea la possono dare alcuni titoli dei libri che ha scritto: “L’aratro, l’ipod e le stelle. Diario di viaggio di un laico cristiano”, oppure “E Dio suonò il sax”, che in curiosavano e costringevano a leggerlo a capire come la pensasse. Ci incrociammo all’aeroporto di Torino, il giorno dell’apertura delle Olimpiadi: lui lasciava, dopo la visita del Presidente; noi entravamo, con il sindacato dei giornalisti, per protestare contro gli editori per il contratto. Al sindacato, pure, aveva dato tanto, con tanti altri amici era come il “filosofo” dell’Usigrai, assieme - un nome per tutti - a Federico Scianò, anche lui tg1, corrispondente da Pechino, un altro riferimento per capire le inquietudini nella professione, nell’azienda, nel servizio pubblico. Neanche Federico c’è più, da alcuni anni. E noi, oggi che Paolo l’ha raggiunto, come ha raggiunto Sabatino, li pensiamo, sereni, lassù, attorno a qualche computer ‘celeste’, con la loro solita sottile ironia, a guardare, forse, con un po’ più di distacco, le nostre piccole cose.

Anonimo ha detto...

Per Giuntella il cristianesimo era uno stile di vita, una lezione che ti apre agli altri. Lo ripete bene nella prefazione al libro "Padre Pedro" (paoline 2008): La lezione di queste pagine è la lezione dell'impegno, dell'avventura cristiana, dell'urgenza irrinviabile dell'ascolto degli ultimi, la lezione che alcune migliaia di donne e di uomini come Pedro, la maggioranza sconosciuti, quotidianamente ci inviano dalle favelas, dalle bidonvilles, dagli slums, dagli "inferni" del pianeta Terra.

Anonimo ha detto...

Lunedì 23 Giugno 2008, ore 18.00
Associazione della Stampa Estera, Via dell'Umiltà 83/C - Roma
Presentazione del libro del giornalista Rai Paolo Giuntella:
"L'aratro, l'ipod e le stelle"
Diario di viaggio di un laico cristiano.


Diario di un laico nel viaggio quotidiano tra il passato e il futuro, alle prese con le sfide del suo tempo, sul sentiero della terra promessa: laicità e identità, rilevanza e irrilevanza, mezzi poveri o potere nei mezzi, il valore della testimonianza o i valori da difendere.

Ad un mese dalla morte di Paolo Giuntella per ricordare la sua scomparsa,
la libreria Ave ha promosso, insieme a Paoline Editoriale Libri, Editrice Ave e Casa editrice Il Margine, la pubblicazione di un volumetto, che sarà distribuito gratuitamente nel corso della presentazione.


Parleranno del libro e dell'autore:
Luigi Accattoli
Giovanni Bachelet
Giovanni Bianconi
Sr Anna Caiazza
Stefano Ceccanti
Roberto Napoletano
Marco Politi
David Sassoli
Grazia Villa
Coordina:
Marco Damilano